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Come costruire una strategia optichannel efficace: 5 lesson learned dal Forum Retail 2025

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Come costruire una strategia optichannel efficace: 5 lesson learned dal Forum Retail 2025

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01 Dec 2025
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Come costruire una strategia optichannel efficace
5 lesson learned dal Forum Retail 2025

Negli ultimi anni le aziende hanno fatto a gara per spingere su omnicanalità, CRM, campagne digital e marketing automation. Risultato? In molti casi… grandi investimenti, poca fedeltà reale. I dati non mentono: la True Loyalty è scesa dal 34% nel 2024 al 29% nel 2025.

Meno fedeltà significa più sconti, più offerte “urgenti!”, più costi per inseguire lo stesso cliente che scappa. E mentre i brand corrono, i consumatori frenano: il 64% non si fida dell’uso dei propri dati da parte dell’AI, complicando proprio quell’ingaggio digitale su cui tutti stanno investendo.

La soluzione non è essere ovunque. È essere nel posto giusto, con il messaggio giusto, per la persona giusta. È qui che nasce la strategia optichannel: una scelta ragionata, utile, sostenibile, che tiene insieme loyalty B2B e B2C, dati e marginalità. È quanto abbiamo portato sul palco al Forum Retail, insieme a Sport Network e SAP Emarsys, con un Customer Speech dal titolo che dice tutto:

“Tifosi, non contatti: la marketing automation che monetizza la passione.”

Insieme all’Head of Digital di Sport Network abbiamo mostrato come oltre 2 milioni di contatti sparsi possano diventare 400.000 profili unici e attivabili, grazie a una strategia data-driven e a journey personalizzati. Meno rumore, più valore. E soprattutto: più tifosi, meno email “a pioggia”.

 

Lesson 1: Dall’omnichannel all’optichannel – la personalizzazione non è ubiquità

Per troppo tempo l’omnichannel è stato interpretato come: “siamo ovunque, quindi siamo forti.” Peccato che l’ubiquità non generi valore, se il cliente non ci presta attenzione. Il Forum Retail 2025 ha messo un punto fermo: serve presenza scelta, non presenza totale.

L'optichannel ragiona così:

Dove ha senso esserci?

Quando ha senso parlare?

E con quale messaggio, per chi?

Come ha sintetizzato Giovanni Scardovi, Ceo di Deda Digital:
“Do more with less: l’omnichannel moltiplica i costi, l’optichannel moltiplica i margini. Il valore sta nel colpire bene, non ovunque.”

Nel caso Sport Network, optichannel non significa “sparare ovunque”. Significa parlare a community vive, con contenuti dinamici legati a squadra del cuore, calendario sportivo, comportamenti digitali. Un tifoso non è un contatto: è un mondo narrativo. E se parli alla sua passione, ti ascolterà.

Accedi al report "Il Digital Engagement nei mercati B2C – analisi e previsioni su 6 KPI chiave" e scopri come applicare un modello optichannel al tuo business.

 

Lesson 2: I dati come bussola del marketing – dal volume al valore

Per anni siamo stati ossessionati dalla quantità di dati: “più ne abbiamo, meglio è!”. Oggi è evidente l’opposto: i dati valgono solo se generano comportamenti, soprattutto comportamenti ripetuti. Ed è qui che entra il Repeat-Purchase Engagement Rate (RPER): una metrica che misura quanti clienti, dopo aver comprato una volta, tornano a comprare con regolarità.

Nel report "Il Digital Engagement nei mercati B2C – analisi e previsioni su 6 KPI chiave" il RPER 2025 è al 63%, con una previsione di crescita verso il ~65% nel 2026.

La differenza è sostanziale:

  • tanti click = curiosità;
  • tanti riacquisti = valore di business.

In mezzo, c’è il vero customer engagement: la capacità di usare dati e contenuti per accompagnare il cliente da una semplice interazione a una relazione ricorrente.

Per arrivarci, i dati devono smettere di “riposare” nei sistemi. Devono diventare azioni reali:

  • riconoscere ogni cliente come persona unica, non come riga di database;
  • aggiornare i cluster automaticamente in base ai suoi comportamenti;
  • attivare journey post-acquisto che aiutano, educano, invitano (e non “sbombardano”);
  • far lavorare l’AI in modo intelligente: per predire churn, identificare high spender e calibrare incentivi.

Curiosità poco nota (ma strategica): oggi solo il 32% delle aziende B2B italiane usa l’AI per personalizzare l’esperienza cliente. Chi lo fa, oggi, non è “alla moda”. È competitivamente avanti.

In sintesi, i dati diventano “bussola” quando guidano azioni concrete di riacquisto, non solo reportistica: il RPER è la metrica che ti dice se ci stai riuscendo davvero.

 

Lesson 3: Loyalty data-driven – la fedeltà non si compra, si costruisce

Il report Deda Digital registra il calo della True Loyalty dal 34% al 29%, con un possibile rimbalzo al 32% nel 2026.

Che cosa ci dice questo? Non stiamo perdendo fedeltà: stiamo perdendo fedeltà fragile, quella costruita a colpi di sconti e raccolte punti improvvisate. È un bene. Restano e crescono le loyalty serie, quelle basate su relazioni che durano, sia nei programmi consumer sia nei progetti di loyalty B2B dove il ciclo di acquisto è più lungo e complesso.

Costruire loyalty non significa “inventare promozioni”. Significa fare posto alla continuità:

  • dati puliti e unificati,
  • cluster dinamici (nuovi clienti, top spender, dormienti, membri loyalty),
  • journey che rispettano i tempi del cliente,
  • valore percepito, non solo monetizzato.

Due casi reali di loyalty data-driven: Sport Network e Antonioli Holding

SPORT NETWORK – Da contatti sparsi a tifosi attivabili

Sport Network aveva un tesoro immenso, ma disperso: oltre 2 milioni di contatti. La sfida era trasformarli in una base di tifosi coinvolti e attivabili. Con SAP Emarsys e Deda Digital:

  • i dati sono stati unificati, deduplicati e ricontestualizzati;
  • i consensi sono stati riallineati (niente database inquinati!);
  • sono nati 400.000 profili unici e spendibili nel tempo.

Le comunicazioni non sono state “newsletter sportive”, ma contenuti costruiti sulla passione sportiva:

  • messaggi diversi per club, interessi e momenti della stagione;
  • newsletter dinamiche che respirano ritmo e storytelling;
  • journey attivati dai match, dai rumor di mercato, dall’adrenalina del calendario.

Morale: quando tratti un contatto come tifoso, vale molto di più.

 

ANTONIOLI HOLDING – Loyalty internazionale che vende di più

Nel mondo del fashion di fascia alta, la fedeltà è tutto. Antonioli Holding doveva:

  • migliorare la comunicazione omnicanale internazionale,
  • lanciare una loyalty capace di generare valore reale.

In un solo mese, grazie a SAP Emarsys, è nato un programma multi-country e multi-currency. Non “una tessera”, ma un sistema:

  • messaggi distinti per Paese, lingua e valore del cliente;
  • journey automatici per nuovi clienti, top spender e clienti dormienti;
  • integrazione totale tra e-commerce, CRM e comunicazioni.

Il risultato dopo 4 mesi:

  • +13% di scontrino medio
  • +30% di frequenza d’acquisto

Quando la loyalty è costruita sui dati, non costa: rende.

 

Lesson 4: Tecnologia e strategia devono viaggiare insieme

Installare SAP Emarsys o Salesforce non trasforma magicamente il business. Le piattaforme sono strumenti, non strategie. L’Osservatorio Omnichannel Customer Experience del Politecnico di Milano è chiaro: servono strategie, organizzazione, dati e tecnologie insieme.

Senza un coordinamento unico, si producono esperienze incoerenti, canali che non parlano tra loro, automazioni che si contraddicono. Ed è per questo che solo il 6% delle aziende italiane ha una strategia omnichannel matura.

La tecnologia accelera solo quando trova people, process e platform che lavorano nella stessa direzione:

  • People: marketing + analytics, non più reparti separati;
  • Process: KPI, governance, journey misurabili;
  • Platform: CRM, CDP, Marketing Automation, AI e Data Cloud che dialogano tra loro.

Senza questo equilibrio, si spreca: il 68% del budget omnichannel va in fumo senza un’adeguata attribuzione predittiva (McKinsey).

Qui nasce il modello Deda Digital:
Essere System Integrator + Agenzia Marketing significa avere una sola regia, con un unico obiettivo: marginalità e risultati concreti. Questo consente di governare l’intera catena — dai dati, all’automation, all’engagement — creando non solo touchpoint, ma percorsi coerenti, scalabili e generativi di valore.

Non solo implementazioni. Non solo creatività. Strategia, dati e piattaforme che lavorano per generare margini.

 

Lesson 5: Dall’engagement ai ricavi – misurare la loyalty con KPI di business

Click e aperture non pagano gli stipendi. Sono segnali utili, sì, ma non misurano il ritorno economico della relazione col cliente. Il Forum Retail è stato netto: la loyalty deve essere letta come leva finance, non solo marketing.

Ecco gli indicatori che contano davvero:

KPI
Obiettivo
LTV (Lifetime Value)
Marginalità sul cliente lungo il ciclo di vita
CAC (Customer Acquisition Cost)
Efficienza di acquisizione
ROAS / ROI CRM
Profitto generato da campagne marketing
Tasso di fidelizzazione
Clienti che riacquistano vs. nuovi
Repurchase Rate
Frequenza di riacquisto per cluster
 

Misurare questi KPI significa:

  • sviluppare ricavi ricorrenti;
  • ridurre la dipendenza dalle promozioni;
  • dimostrare ai CFO che marketing, customer engagement e loyalty non “spendono”, ma creano valore finanziario sostenibile.

Con piattaforme di marketing automation come SAP Emarsys, questi KPI non sono teoria: diventano dashboard, forecast e soprattutto… margini, perché colleghiamo il customer engagement di ogni canale a risultati misurabili sul conto economico.

La loyalty smette di essere un costo. Diventa un asset.

 

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Contattaci per una consulenza e richiedi il Report “Il Digital Engagement nei mercati B2C – 6 KPI per il 2026”, presentato al Forum Retail 2025.


Fonti: Report “Il Digital Engagement nei mercati B2C – analisi e previsioni su 6 KPI chiave" a cura di Deda Digital e Sap Emarsys; Netcomm, Gartner; McKinsey; Salesforce.

 
 
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